Spiegare a qualcuno cosa è la passione per la radio non è semplice, diciamo che ci si trova coinvolti. E’ incredibile la quantità di informazioni che è trasportata tramite onda radio al giorno d’oggi su tutto lo spettro elettromagnetico suddiviso in varie categorie della banda radio. Attualmente la radio è spesso percepita come il parente povero della televisione, ma, per fortuna, una dose massiccia di esposizione all’invenzione di Guglielmo Marconi nei tempi passati mi ha fatto apprezzare nella giusta prospettiva questo fantastico mezzo e così ho praticamente spento la TV che ormai non mi da più niente e che uso solo come schermo per servizi di streaming on demand o per qualche corsa in pista simulata con la consolle. Per coloro i quali volessero documentarsi in merito al nostro illustre connazionale consiglio la consultazione del sito della Fondazione Guglielmo Marconi. Il contatto per molti anni con il mezzo radiofonico mi ha fortunatamente evitato il “rimbambimento catodico”, malattia, molto diffusa in questi tempi, che costringe una persona, nei casi più gravi, a passare buona parte della propria vita davanti ad uno schermo televisivo guardando frequentemente “il meno peggio” che viene proposto da non pochi produttori spesso troppo disinvolti. Essendo nato nel 1960, per quel che ricordo, a quei tempi, nelle comuni famiglie, era possibile l’ascolto delle 3 emittenti radiofoniche RAI, allora monopolista, nella banda delle Onde Medie, in Modulazione di Ampiezza e in Modulazione di Frequenza e di 2 canali televisivi in bianco e nero. Era possibile anche la ricezione in Onde Corte, ma di ciò non ho un chiaro e netto ricordo. Di notte, per motivi di propagazione, si apriva il mondo delle radio estere, interessantissimo preludio di quello che sarebbe stata poi, tanti anni dopo, la ricezione tramite satelliti artificiali. L’ascolto di tutte le apparecchiature audio, non esclusivamente radiofoniche, era rigorosamente in monofonia e la stereofonia era cosa ben lontana, perlomeno per i comuni mortali. Per quel che ricordo la stereofonia in FM sarebbe arrivata con le prime “Radio Libere” e ancora più tardi da parte dell’emittente di stato, RAI, l’8 novembre 1982. Si trasmise in quei tempi anche in quadrifonia, anche se non ho tracce in Italia di simili sperimentazioni. A quel tempo nessuno si sognava le trasmissioni “24 ore non stop”, la pubblicità era un qualcosa di discreto e nella sua massima espressione televisiva, “Carosello”, era anche divertente. La TV trasmetteva programmi dal tardo pomeriggio sino a sera, di giorno era presente un monoscopio e di notte i trasmettitori erano spenti. Per una carrellata sui monoscopi RAI è interessante la seguente pagina. E’ facile immaginare, con sole 3 emittenti radio, che il parco musicale non fosse molto variegato, ma con l’aggiunta di un po’ di dischi e compact cassette si riusciva a sopravvivere più che decorosamente. Soprattutto, i media di allora lasciavano ancora tanto spazio alla fantasia, merce rara in questi tempi. Al giorno d’oggi, credo che una prolungata esposizione ai media, soprattutto con centinaia di canali TV, non faccia troppo bene ai nostri cervelli. Se a questo fatto uniamo un uso, spesso smodato, di computer e smartphone, ben descritto nel libro “Demenza Digitale” da Manfred Spitzer, noto neuroscienziato tedesco, il quadro si complica. Ne consegue che da un bel po’ di tempo ho spento la TV generalista per avere ancora più tempo per le mie passioni e per ascoltare la musica, magari da una bella radio.