Compresi abbastanza in fretta che per avere una buona ricezione in F.M. bisognava abbandonare le antenne a piattina da 300 Ω, immancabilmente date a corredo, e dotarsi di un serio impianto di antenna. La scelta cadde sull’ottima Fracarro 2 FM, un’antenna Yagi a 2 elementi, montata con polarizzazione verticale in cima a un palo sul balcone e sulla relativa discesa con cavo schermato, il tutto con impedenza rigorosamente di 75 Ω. Sono grato ai condomini del palazzo dove vivevo a quei tempi perché, conoscendo la mia passione per la radio, fecero finta di non vedere quell’accrocchio sul balcone. Adesso nei condomini attuali un simile lusso non sarebbe più consentito, questo è il secolo dove l’estetica non infrequentemente vince sulla sostanza. Non osai mai acquistare la 5 FM, un’antenna a 5 elementi che, se ben ricordo, era lunga un paio di metri. Quando riuscirò a comprare una casa indipendente, se avrò la possibilità, potrò togliermi lo sfizio di montare tutte le antenne che mi interessano.
Le prime Radio Private, le cosiddette Radio Libere si attrezzarono immediatamente per la stereofonia, a differenza della RAI che provvide con grande ritardo (08-11-1982). Con un sintonizzatore di buon livello e una adeguata antenna esterna, finché le stazioni rimasero in numero limitato e con potenze di trasmissioni ragionevoli, la ricezione delle migliori radio era veramente piacevole e con audio ad altissimo livello. Poi, purtroppo per gli audiofili, con l’aumentare delle emittenti e delle potenze di trasmissione, l’F.M. divenne un tragico campo di battaglia dove le ormai troppe stazioni facevano a gomitate a colpi di KW. Tentai di ovviare in tutti i modi con antenne e ordigni vari, ma ben presto intuii che era una battaglia inesorabilmente persa.
Migrai allora all’ascolto delle emittenti radiofoniche satellitari, in analogico e in digitale (ADR, DVB-S). Imparai, da autodidatta, a montare e orientare le mie parabole e a smanettare su vari ricevitori. L’ascolto non era più affetto da disturbi e la qualità era a volte notevole, ma il parco emittenti offerte, tranne rare eccezioni, non mi ha mai rapito più di tanto. Non voglio comunque annoiare su questa fase del mio viaggio di radioascoltatore parecchio esigente in merito alla qualità audio.
Dato il recente passaggio della TV dallo standard analogico a quello digitale, DVB-T, ho provato ad ascoltare le radio che sono presenti. Oserei dire che è un sistema interessante, ma poco pratico.
Un altro esperimento che sto conducendo è l’esplorazione della Banda III dove operano, su Torino, 3 Bouquet con una quarantina di emittenti che trasmettono in DAB/DAB+, standard digitale radiofonico non esattamente nuovo, che avrebbe dovuto inabissare l’F.M., ma che in Italia non è ancora riuscito seriamente a decollare, nonostante le prime trasmissioni siano datate 1997. Da qualche mese sto esplorando, ma credo che passerà ancora molta acqua sotto ai ponti prima che il sistema si affermi. Potrebbe essere una buona alternativa all’F.M. gracchiante delle autoradio.
La vera soluzione doveva arrivare con le WebRadio, ormai a decine di migliaia, che vanno dall’ennesima replica delle stazioni più diffuse a un settore, molto di nicchia ma non meno interessante, di radio tematiche molto specializzate. Qui ho trovato parecchie emittenti di alta qualità sia dal punto di vista tecnico che da quello dei contenuti, spesso senza pubblicità, che sono di grande soddisfazione per le orecchie più esigenti.